Se vi manca la cometa Neowise (C/2020 F3) – che nel luglio 2020 era osservabile all’alba – quest’anno si possono rivolgere i telescopi verso altri target cometari più elusivi, ma non per questo meno interessanti, come le comete C/2017 K2, C/2019 K7, C/2019 O3 e C/2020 T2 che stanno vedendo il Sole da vicino per la prima volta e che non rivedremo mai più nel corso della nostra vita.
Di solito i nuclei cometari diventano completamente attivi, ossia emettono gas e polveri nello spazio, quando si trovano al di sotto della linea della neve che, nel Sistema Solare, vale circa 2.8 AU (420 milioni di km). A questa distanza eliocentrica un nucleo cometario raggiunge una temperatura superficiale di circa -100 °C, la sublimazione del ghiaccio d’acqua in superficie va a regime alimentando la chioma della cometa che raggiungerà dimensioni tipiche che vanno da 100.000 a 1.000.000 di km. Il tasso di sublimazione aumenterà fino a raggiungere un massimo attorno al perielio, per poi diminuire quando il nucleo si allontana dal Sole. Tuttavia esistono comete che sono attive ben oltre le 2.8 UA dal Sole perché ricche di elementi super volatili, fra queste le comete dinamicamente nuove (come la cometa C/2010 U3) perché, non essendosi mai trovate nei pressi del Sole, hanno la loro riserva di elementi volatili intatta. Oltre al ghiaccio d’acqua, nei nuclei cometari possono essere presenti i ghiacci del monossido di carbonio (CO) e biossido di carbonio (CO2). Questi ultimi hanno la proprietà di sublimare a temperature più basse rispetto al ghiaccio d’acqua. Il ghiaccio di biossido sublima fino a circa 10 AU, mentre quello di monossido arriva almeno fino a 25 AU, entrambi con un tasso paragonabile a quello dell’acqua a 2.8 AU (vedi Fig. 1). Fra le comete dinamicamente nuove ricche di elementi super volatili possiamo annoverare senz’altro la C/2017 K2, C/2019 K7 e C/2019 O3 che andiamo a vedere più in dettaglio.

La prima cometa assolutamente da osservare è la C/2017 K2 (PANSTARRS). Si tratta di una cometa con orbita leggermente iperbolica ad alta inclinazione sull’Eclittica (ben 87.5°), che passerà al perielio il 20 dicembre 2022 a 1.8 AU dal Sole (circa 270 milioni di km dalla nostra stella). La cometa è stata scoperta il 21 maggio 2017 quando si trovava a 16 AU dal Sole con la chioma già formata. Al momento la cometa si trova a circa 5.9 AU dal Sole ed è molto attiva con una bella chioma tondeggiante di colore giallastro, probabilmente composta per lo più da polveri che riflettono la luce del Sole. Data l’orbita si tratta di una cometa dinamicamente nuova, proveniente direttamente dalla nube di Oort ai confini estremi del Sistema Solare e ricca di ghiacci super volatili, come la C/2010 U3. Il diametro apparente della chioma con il filtro Rc è di circa 1.5′ d’arco, equivalenti a 360.000 km nello spazio, mentre la magnitudine si assesta attorno alla +14.3: non è una cometa visibile a occhio nudo, ma un target interessante per piccoli telescopi dotati di camera CCD. Nei mesi di luglio e agosto 2021 la cometa sarà osservabile per tutta la notte nella costellazione di Ercole, quindi praticamente allo zenit per le medie latitudini italiane. Per ottenere le effemeridi precise con cui puntare il telescopio in cielo si può utilizzare il servizio effemeridi del Minor Planet Center.

Come accennato all’inizio un’altra cometa molto interessante è la C/2019 K7 (Smith). Scoperta il 30 maggio 2019 dai telescopi del sistema ATLAS quando era a 5.4 AU dal Sole, la cometa si muove su un’orbita debolmente iperbolica e retrograda: anche questa proviene direttamente dalla nube di Oort, ha già passato il perielio il 16 giugno 2020 a 4.47 UA dal Sole e ora si sta rituffando nello spazio interplanetario.
Attualmente la cometa si trova a una distanza eliocentrica di 810 milioni di km, paragonabile a quella di Giove, ed è bella attiva con una coda giallastra lunga circa 6-8 primi che, tenendo conto della distanza dalla Terra e della prospettiva da cui si vede, equivale a circa 10 milioni di km nello spazio. Anche questa cometa non è visibile a occhio nudo essendo di mag +16.7 in R, ma con un piccolo telescopio e una buona camera CCD lo spettacolo è assicurato, tanto più che è osservabile tutta la notte nella costellazione del Drago.

Altra cometa remota del periodo è la C/2019 O3 (Palomar), scoperta il 26 luglio 2019 quando era a 9.4 AU dal Sole. Anche questa cometa si muove su un’orbita leggermente iperbolica con un’inclinazione di 89.8° sull’Eclittica, per questo motivo è osservabile tutta la notte nella costellazione del Drago. La cometa ha passato il perielio il 7 marzo 2021 a 8.8 AU dal Sole e ora sta ritornando ai confini del Sistema Solare. Al momento la cometa ha una magnitudine di +16.5 in R e mostra una piccola coda lunga 21″ in PA 180°.

Infine, chiudiamo questa breve rassegna con una cometa più facile osservabile in prima serata nella costellazione della Vergine: si tratta della C/2020 T2 (Palomar), che l’11 luglio 2021 è passata al perielio a 2 AU dal Sole. Scoperta il 7 ottobre 2020 quando era a 3.7 AU dal Sole, l’orbita di questa cometa è estremamente ellittica, con un semiasse maggiore di 314 AU e un periodo orbitale di quasi 5600 anni. La cometa è abbastanza brillante, nel rosso arriva alla magnitudine +12.6 e la chioma, di forma leggermente allungata, ha un diametro di circa 4.2′ d’arco pari a 300.000 km nello spazio. La cometa mostra una debole coda lunga circa 1′ d’arco nell’angolo di posizione 112°. Pur essendo la più brillante, anche la C/2020 T2 non è osservabile a occhio nudo, quindi necessita di un piccolo telescopio da 15/20 cm di diametro e camera CCD. Per le effemeridi usare sempre il sito del Minor Planet Center già citato. Felice estate e buone osservazioni!
