2018 RC al flyby con la Terra

I lettori del blog ricorderanno il caso dell’asteroide 2018 PD20, che il 10 agosto 2018 è passato a poco più di 27.000 km dalla superficie terrestre, scoperto dai telescopi del progetto ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System). Ebbene, ATLAS ha colpito ancora con la scoperta, avvenuta il 3 settembre 2018 alle 14 UT, di un nuovo asteroide near-Earth: 2018 RC.

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Figura 1 – Rappresentazione artistica di un NEA durante il flyby in prossimità della Terra (credit  Jeff Darling).

Si tratta di un asteroide con dimensioni dell’ordine dei 40 m (le stime vanno dai 25 ai 75 m di diametro), quindi un corpo relativamente grande, di poco inferiore all’asteroide che ha provocato la Catastrofe di Tunguska il 30 giugno 1908. La particolarità di 2018 RC però è la sua orbita: si tratta di un asteroide di tipo “Aten”, il che significa che l’orbita eliocentrica è per lo più interna all’orbita terrestre. In generale si tratta di corpi difficili da scoprire con i telescopi al suolo perché sono visibili, per lo più, dall’emisfero diurno. In effetti 2018 RC è stato scoperto da ATLAS proprio durante il breve tratto della sua orbita che si trova all’esterno di quella terrestre.

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Figura 2 – L’orbita eliocentrica di 2018 RC (in bianco) è per lo più interna all’orbita della Terra (in azzurro) e l’asteroide è stato difficile da scoprire (JPL Small-Body Database Browser).

La MOID (Minimum Orbit Intersection Distance) con la Terra è di sole 0,000128603 UA, pari a 19.240 km, di poco superiore al raggio terrestre. Possono bastare piccole perturbazioni gravitazionali per far sì che la MOID diventi inferiore al raggio della Terra, è un asteroide da tenere d’occhio. In effetti 2018 RC è anche un “virtual impactor“, ossia ci sono degli asteroidi virtuali, compatibili con le osservazioni di 2018 RC, che colpiranno la Terra il 26 giugno 2092. Tuttavia la probabilità di impatto è davvero bassissima e non desta preoccupazioni di sorta.

In questo momento 2018 RC è in fase di avvicinamento alla Terra. La minima distanza di 224.400 km verrà raggiunta il 9 settembre alle 12 UT. Si tratta di un valore inferiore a quello della distanza Terra-Luna. Essendo così vicino e non piccolissimo, l’asteroide arriverà a sfiorare la magnitudine +12 e per vederlo sarà sufficiente un telescopio da 15 cm di diametro. Dall’Italia, l’asteroide sarà ben visibile nella notte fra il 6 e il 7 settembre, quando sarà osservabile nella costellazione della Balena come un oggetto puntiforme di magnitudine +15 e nella notte fra il 7 e l’8 settembre, quando sarà già di magnitudine +14. Nella notte fra l’8 e il 9 settembre la luminosità aumenta perché siamo a poche ore dal flyby, ma l’osservabilità peggiora perché l’asteroide sarà al massimo a 24° di altezza sull’orizzonte nella costellazione dell’Aquario. La sera del 9 settembre, dopo il flyby, l’osservabilità è ancora peggiore e la luminosità di 2018 RC diminuisce drasticamente. Nella Fig. 3 ci sono le effemeridi per ritrovare in cielo 2018 RC con un buon telescopio computerizzato.

Nel campo dell’oculare l’asteroide si distinguerà dalle stelle di fondo per via del suo moto proprio che, al massimo, sarà di circa 3′ al minuto (ossia percorrerà un angolo pari a 1/10 di quello sotteso dalla Luna piena ogni minuto). Ovviamente è più facile ritrovarlo confrontando immagini digitali prese a distanza di 10′ con una camera CCD oppure una reflex. Buone osservazioni a tutti!

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Figura 3 – Le effemeridi di 2018 RC calcolate per l’Italia settentrionale ma valide in pratica per tutta Italia. Dove manca l’output l’asteroide non è osservabile (Minor Planet Center).

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