Tutti gli astronomi che osservano corpi minori (asteroidi e comete), prima o poi hanno a che fare con il Minor Planet Center (MPC). Il Minor Planet Center si trova presso lo Smithsonian Astrophysical Observatory (Cambridge, Massachusetts) ed è la struttura incaricata dall’International Astronomical Union (IAU) di raccogliere le misure astrometriche relative ai corpi minori del Sistema solare, calcolarne e pubblicarne l’orbita.
In questo blog il MPC è citato spesso come sorgente di informazione sui corpi minori, in particolare per quanto riguarda le orbite, valga per tutte la vicenda di ‘Oumuamua, il primo corpo minore di origine interstellare.
Tuttavia, affinché le proprie osservazioni astrometriche codificate vengano accettate dal MPC bisogna che l’osservatorio o il sito da cui si conduce l’astrometria abbia un codice di riconoscimento che viene assegnato direttamente dal MPC dopo avere esaminato osservazioni astrometriche condotte su asteroidi già noti. Per la procedura di riconoscimento ufficiale si può consultare questa pagina del MPC: Guide to Minor Body Astrometry. L’elenco dei codici corrispondenti agli osservatori accreditati presso il MPC è pubblico e si trova in questa pagina: List Of Observatory Codes.
Al momento, ci sono 2091 codici assegnati a osservatori terrestri. Ovviamente non tutti sono attivi ma è interessante esaminarne la distribuzione. Per questo motivo ho scritto un programmino con Matlab® in grado di leggere il file di testo dei codici MPC, fare qualche plot statistico e salvare anche un file .kml visualizzabile direttamente con Google Earth. La visualizzazione con Google Earth è spettacolare, permette di esplorare la superficie terrestre visualizzando la posizione geografica di tutti gli osservatori impegnati (o che lo sono stati…) nell’astrometria dei corpi minori. Tuttavia sono più utili i plot statistici visualizzati qua sotto. Il primo mostra semplicemente la distribuzione geografica dei codici MPC. Già ad una prima occhiata si vede come la concentrazione di codici in Europa sia elevatissima e come l’emisfero sud sia molto più povero, anche se ci sono codici nella Polinesia francese e addirittura c’è un codice assegnato alla Kunlun Station al Polo Sud!

Si possono rendere le cose un po’ più quantitative costruendo degli istogrammi che mostrino la distribuzione in longitudine e latitudine. L’istogramma in longitudine mostra tre picchi corrispondenti all’Europa, Stati Uniti e Giappone. Tolti gli oceani (in cui si può fare poco), l’Asia è praticamente scoperta. Qua sarebbe necessario implementare il numero di codici MPC per avere una copertura ottimale in longitudine dell’emisfero boreale.
L’istogramma della distribuzione in latitudine mostra solo due picchi: 1861 codici (89%) sono assegnati all’emisfero nord, solo 230 (11%) a quello sud. I codici africani si contano sulle dita di una mano, un po’ meglio quelli sudamericani e australiani. Questo significa che i near-Earth asteroid (NEA) osservabili dall’emisfero sud vanno praticamente tutti persi. Un problema che potrebbe essere risolto installando nuovi telescopi di medio diametro e grande campo di vista in grado di portare avanti survey dedicate (analoghe, ad esempio, alla Catalina Sky Survey dell’Università dell’Arizona) coadiuvati da un buon numero di telescopi minori dedicati al follow-up, come accade nell’emisfero nord. Questo aumenterebbe l’efficienza delle scoperte e caratterizzazione dei NEA. C’è ancora parecchio da fare in questo campo!



