Asteroide caduto nel Mare di Bering

Fino a pochi giorni fa le maggiori cadute di asteroidi sulla Terra erano solo due: la catastrofe di Tunguska del 30 giugno 1908 e la caduta di Čeljabinsk del 15 febbraio 2013. La prima è stata causata dalla collisione con un asteroide di 50 m di diametro mentre la seconda con un corpo di circa 15 m. Entrambi sono esplosi in atmosfera prima di arrivare al suolo e scavare un cratere da impatto, ma i danni provocati dall’onda d’urto e termica sono stati non trascurabili, specialmente nel caso di Tunguska.

A questa classifica ora si può aggiungere l’asteroide di circa 10 m di diametro che ha colpito la Terra il 18 dicembre 2018 alle 23:48:20 UT. Il corpo è caduto nel Mare di Bering, in prossimità della penisola russa della Kamchatka, una penisola lunga 1250 km situata nell’Estremo Oriente Russo, in un punto avente latitudine 56,9° N e longitudine  172,4° E. Secondo i dati dei satelliti militari di sorveglianza USA l’asteroide ha colpito il nostro pianeta alla velocità di 32 km/s, esplodendo alla quota di 25,6 km e rilasciando un’energia di ben 173 kton (circa 11 volte l’energia emessa dalla bomba atomica di Hiroshima). Per confronto, l’asteroide di Čeljabinsk rilasciò in atmosfera un’energia di 440 kton (27 volte Hiroshima). Purtroppo i frammenti superstiti dell’esplosione e dell’ablazione atmosferica sono finiti nel Mare di Bering in una zona in cui la profondità è compresa fra 2000 e 4000 m, non proprio a portata di mano per un eventuale recupero!

L’asteroide, che non era noto, ha colpito la Terra alle 11:48 locali, quindi in pieno giorno. Dato che la zona della caduta è estremamente remota non ci sono testimonianze dirette conosciute. Per fortuna c’è l’immagine di un satellite meteorologico giapponese che ha casualmente ripreso la scia di fumo lasciata dietro di sé dall’oggetto durante la caduta. La scia è circa verticale, segno che il corpo è arrivato ad alta inclinazione rispetto alla superficie terrestre.

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Figura 1 – Mappa del CNEOS che mostra la zona dell’esplosione in atmosfera dovuta all’asteroide di circa 10 m di diametro che il 18 dicembre 2018 è caduto nel Mare di Bering. Il pallino rosso a sinistra indica la posizione della caduta di  Čeljabinsk (JPL/CNEOS).
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Figura 2 – Immagine ripresa il 18 dicembre 2018 da un satellite meteorologico giapponese che indica la scia di fumo provocata dalla caduta dell’asteroide in atmosfera (Simon Proud, University of Oxford/Japan Meteorological Agency).

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