La sera del 14 febbraio 2023 verso le ore 19 locali tre camere della rete PRISMA hanno rilevato un brillante bolide fra Puglia e Basilicata. Dopo calcoli frenetici fatti dal team di Prisma, si è scoperto che c’era un’elevata probabilità di ritrovare meteoriti a nord di Matera e sono iniziate subito le ricerche. Ieri, 17 febbraio, il ritrovamento di una meteorite associata all’evento, la seconda mai recuperata in Italia grazie all’analisi della traiettoria. Ecco la storia di questa nuovo ed eccitante ritrovamento tutto italiano.
Il progetto PRISMA (Prima Rete Italiana per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera), promosso dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e sostenuto da Fondazione Crt, è costituita da una rete di videocamere all-sky, installate in diverse località del territorio italiano, dedicate all’osservazione di meteore molto brillanti – i cosiddetti “bolidi” – con il fine di determinare le orbite eliocentriche dei meteoroidi che li provocano e delimitare le aree per la raccolta di possibili meteoriti associate all’evento. La sera del 14 febbraio attorno alle 19 ora locale, un brillante bolide di magnitudine assoluta -10 faceva la sua comparsa nei cieli di Puglia e Basilicata. Questo fireball, informalmente chiamato “bolide di San Valentino“, è stato ripreso da tre camere all-sky della rete PRISMA: Castellana Grotte, Tricase e Vasto. La visione migliore del bolide l’ha avuta la camera di Castellana Grotte, che l’ha immortalato mentre attraversava il cielo come una sfera di luce progressivamente più luminosa.

Alla rete PRISMA sono giunte anche 27 segnalazioni visuali tramite l’IMO, compiute da testimoni occasionali che, data l’ora favorevole, è stato osservato da parecchie persone. Il bolide è stato visto anche dalla Croazia e dalla Slovenia. Triangolando i dati di posizione ottenuti dalle tre camere, il team di Prisma è risalito alla traiettoria seguita dal bolide in atmosfera: il bolide ha iniziato a brillare a una quota di circa 90 km e ha seguito una traiettoria discendente inclinata di circa 60 gradi rispetto al terreno muovendosi con una velocità iniziale di 16-17 km/s da Bari verso Matera. Si tratta di una velocità tipica per un oggetto di origine asteroidale, come conferma l’orbita eliocentrica. Mano a mano che un meteoroide penetra negli strati più densi dell’atmosfera subisce un rallentamento sempre più elevato fino ad arrivare al punto finale della traiettoria luminosa e qua c’è stata una gradita sorpresa: il risultato dei calcoli indicava come la fase di bolide fosse terminata a circa 22-23 km di quota, con una velocità di 3,7 km/s e una massa residua di circa 400-500 grammi. Una volta estinto il bolide, il residuo del meteoroide ha iniziato la fase di volo buio proseguendo la caduta verso il suolo, è stato sballottato dai venti dell’atmosfera ed è quindi caduto pochi km a nord di Matera.

Infatti, secondo i calcoli eseguiti dal team di Prisma nella giornata del 15 febbraio, lo strewn field associato all’evento di caduta si collocava a nord di Matera dove era molto probabile la presenza di meteoriti di almeno qualche cm di diametro. Subito è scattato l’avviso ai mezzi di comunicazione e alla popolazione locale ed ecco che lo stesso giorno, sul balcone dell’abitazione dei genitori di Gianfranco e Pino Losignore, fra Contrada Rondinelle e Contrada Serra Paducci (periferia nord di Matera), alcuni sassi hanno attirato l’attenzione dei due fratelli. Anche perché gli anziani genitori avevano udito un forte botto proveniente dall’esterno, la sera precedente. Secondo i calcoli di Prisma, la meteorite della massa approssimata di oltre 70 grammi, è caduta verticalmente al suolo con una velocità di circa 300 km/h e in effetti nell’impatto ha scheggiato una piastrella del balcone che corre lungo il perimetro dell’abitazione e si è frammentata in qualche decina di pezzi. I frammenti della meteorite sono stati consegnati sabato 18 febbraio, nelle mani di Carmelo Falco, rappresentante del Project Office della rete Prisma, subito accorso per coordinare le ricerche, che continueranno per recuperare altri eventuali frammenti sopravvissuti alla caduta. Nel frattempo, il materiale già recuperato verrà sottoposto ad analisi particolareggiate per determinare composizione chimica, mineralogia e caratteristiche petrografiche utili alla classificazione della meteorite appena ritrovata.
Per la rete Prisma si tratta del secondo recupero di una meteorite con la traiettoria triangolata durante la fase di bolide: il 4 gennaio 2020 fu infatti recuperata la meteorite Cavezzo, residuo del meteoroide che generò il bolide osservato da 8 camere di Prisma il 1 gennaio 2020, in piena Pianura Padana. Questo è il secondo ritrovamento in pochi anni di meteoriti “fresche” ed è una spettacolare conferma dell’efficacia della rete Prisma nel reperire materiale così prezioso per la scienza: un vero e proprio occhio per la sorveglianza del cielo.


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