2018 GY3 e 2018 GE3, due NEA nel cortile di casa

La Luna è l’unico corpo celeste, oltre alla Terra, dove la specie umana abbia mai messo piede e sono state tantissime le sonde che l’hanno esplorata in lungo e in largo. Il nostro satellite è quindi in un certo senso “il cortile di casa nostra”. Tuttavia non sono solo i nostri razzi, satelliti e sonde che si muovono nel sistema Terra-Luna, spesso vi sfrecciano anche gli asteroidi near-Earth (NEA), come descrisse magistralmente Jules Verne nel suo “Intorno alla Luna”, romanzo pubblicato nel lontano 1870 quando ancora non si sospettava nemmeno lontanamente dell’esistenza dei NEA (il primo NEA, 433 Eros, fu scoperto solo nel 1898). I NEA costituiscono un rischio impatto per la Terra, per questo ricevono una particolare attenzione da parte degli astronomi.

Oggi sappiamo che la popolazione dei NEA con diametro compreso fra 20 e 100 metri è stimabile in circa 9 milioni di corpi. Sono tantissimi e, purtroppo, ne sono stati scoperti solo una piccola frazione del totale. Due di questa innumerevole popolazione di asteroidi hanno fatto recentemente visita al “nostro cortile”.

2018 GY3, classe Chelyabinsk

Il 13 aprile 2018 alle 08:34 UT dall’osservatorio Pan-STARRS 1 posto sul vulcano Haleakala nell’isola di Maui (Hawaii) è stato scoperto l’asteroide 2018 GY3. Nelle immagini della scoperta è visibile come un debole oggetto puntiforme di magnitudine +20,3 ma forse sarebbe meglio parlare di riscoperta. Eh sì perché 2018 GY3 era stato già scoperto una prima volta nel 2008 e all’epoca gli era stata assegnata la sigla provvisoria 2008 GY21. Di questo asteroide però si erano perse un po’ le tracce fino al 13 aprile scorso. La probabilità di perdere un NEA subito dopo la scoperta è tutt’altro che remota. I NEA si possono scoprire e osservare solo quando sono in prossimità del nostro pianeta, diversamente sono troppo deboli e piccoli per poter essere seguiti con continuità. Per questo motivo le orbite sono spesso incerte, come è successo nel caso di 2012 TC4. Con una dimensione stimata compresa fra i 6 e i 20 metri, si è scoperto che l’asteroide era passato all’interno dell’orbita lunare il 10 aprile alle 04:23 UT ad una distanza minima di soli 300.692 km dalla Terra! Al momento della scoperta 2018 GY3 era quindi già in fase di allontanamento dalla Terra. Come dimensioni 2018 GY3 è compreso fra l’asteroide responsabile del superbolide di Chelyabinsk, accaduto il 15 febbraio 2013, e 2008 TC3. Quest’ultimo è stato il primo asteroide ad essere scoperto circa 24 h prima dell’impatto con la Terra avvenuto il 7 ottobre 2008. Per fortuna era piccolo, solo 5 metri di diametro, e friabile. In entrambi i casi questi oggetti sono stati fermati dall’atmosfera e al suolo sono state recuperati solo dei frammenti (ossia delle meteoriti). Nel caso di una collisione con la Terra invece di un flyby probabilmente anche 2018 GY3 avrebbe fatto una fine analoga.

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L’orbita eliocentrica dell’asteroide 2018 GY3, un near-Earth avente un diametro stimato fra i 6 e i 20 metri (JPL Small-Body Database Browser).

2018 GE3, classe Tunguska

L’asteroide 2018 GY3 aveva appena iniziato la sua fase di allontanamento che il 14 aprile alle 09:23 UT, dalla Catalina Sky Survey di Tucson in Arizona, è stato scoperto 2018 GE3. Al momento della scoperta l’oggetto era già molto luminoso, aveva una mag di +15,6 e per giunta era in rapido movimento, circa 14 secondi d’arco al minuto. Una elevata luminosità abbinata ad una elevata velocità di spostamento in cielo significa asteroide grande e vicino. In effetti il diametro stimato per questo corpo oscilla fra 40 e 100 metri, quindi un asteroide di classe Tunguska! Misurandone la posizione sulla sfera celeste e calcolandone l’orbita si è visto che l’asteroide è passato alla minima distanza dalla Terra di appena 188.493 km alle 06:41 UT del 15 aprile. Anche questo NEA si è portato all’interno dell’orbita lunare e per fortuna che non era in rotta di collisione con il nostro pianeta altrimenti, con un preavviso di sole poche ore, non sarebbe stato possibile prendere nessuna contromisura e l’atmosfera non sarebbe riuscita a fare da “scudo” come nel caso di 2018 GY3. Si sarebbe invece verificata una nuova “Catastrofe di Tunguska” come quella avvenuta in Siberia il 30 giugno del 1908, ossia un evento in grado di cancellare una città di milioni di abitanti in una frazione di secondo.

Dal punto di vista matematico sappiamo che un evento del genere è destinato a verificarsi perché la Terra e i near-Earth condividono la stessa “scatola”. Per fortuna non era questo il caso e possiamo andare avanti, fino al prossimo flyby.

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L’orbita eliocentrica dell’asteroide 2018 GE3, un near-Earth con un diametro stimato compreso fra i 40 e i 100 metri (JPL Small-Body Database Browser).

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