L’asteroide 2019 EA2 è stato scoperto il 9 marzo 2019 dalla Catalina Sky Survey (CSS), il progetto dell’Università dell’Arizona finanziato dalla NASA dedicato alla scoperta e al monitoraggio di oggetti near-Earth (NEO), nel tentativo di catalogare almeno il 90% della popolazione stimata di NEO con dimensioni pari o superiori ai 140 metri.
Dopo un paio di giorni del consueto follow-up per la conferma e la determinazione di un’orbita preliminare, il Minor Planet Center con la circolare MPEC 2019-E83, gli ha assegnato la sigla 2019 EA2. In base alla sua luminosità l’asteroide ha un diametro stimato compreso fra i 20 e i 30 metri, ossia un corpo intermedio fra l’asteroide responsabile della caduta di Čeljabinsk del 15 febbraio 2013 e la catastrofe di Tunguska del 30 giugno 1908. In ogni caso un corpo con un diametro che merita attenzione.

L’orbita eliocentrica di 2019 EA2 è a bassa inclinazione sull’Eclittica e di tipo “Aten“, ossia per lo più interna all’orbita terrestre. Si tratta quindi di un asteroide più difficile da scoprire rispetto ai tipi “Apollo” e “Amor”, che hanno orbite con semiassi maggiori più grandi di quello terrestre e sono più facili da rintracciare in cielo. La MOID con la Terra, la distanza minima fra l’orbita dell’asteroide e quella terrestre, è di sole 0,000187725 UA (circa 28.000 km), quindi 2019 EA2 potrebbe passare a soli 21.700 km dalla superficie terrestre. Per fortuna non è questo il caso!

Il flyby del 22 marzo 2019
2019 EA2 passerà a 474.800 km dalla Luna il prossimo 21 marzo alle 16:34 UT e poche ore dopo, alle 01:53 UT del 22 marzo, sarà a 306.190 km dalla Terra. Quindi nessun problema per il nostro pianeta. Per assistere a un flyby ravvicinato come quello attuale bisognerà aspettare fino al 20 marzo 2131, quando 2019 EA2 passerà a 218.000 km dalla Terra.
In questo flyby l’asteroide sarà ben visibile solo nella fase di avvicinamento, in particolare nelle ultime ore della notte del 20 e 21 marzo 2019 quando si sposterà fra le costellazioni di Ercole e Ofiuco. La luminosità apparente sarà compresa fra circa +17 e +16, quindi per poterlo osservare puntando il telescopio alle coordinate celesti fornite dalle effemeridi sarà necessario usare uno strumento da almeno 20 cm di diametro dotato di camera CCD. Con tempi di posa dell’ordine di 30 s sarà facile metterne in evidenza il moto sullo sfondo stellare. Per fortuna la Luna, pur essendo piena, non disturberà più di tanto con la sua luce perché si troverà a una distanza di almeno 74° dall’asteroide. Considerata l’ora tarda saranno in pochi a fare osservazioni fotometriche per una prima caratterizzazione fisica, non perdete l’occasione!

