Una cometa eccezionale, la C/2010 U3 (Boattini)

Di solito i nuclei cometari diventano attivi – ossia espellono nello spazio gas e polveri – quando si trovano al di sotto della linea della neve che, nel Sistema Solare, vale circa 2,8 AU (420 milioni di km). A questa distanza eliocentrica un nucleo cometario mediamente scuro raggiunge una temperatura superficiale di circa -100 °C, inizia la sublimazione del ghiaccio d’acqua e si forma la coma della cometa. Il tasso di sublimazione aumenterà fino a raggiungere un massimo attorno al perielio, per poi diminuire quando il nucleo si allontana dal Sole. Tuttavia esistono comete che sono attive ben oltre le 2,8 UA dal Sole perché ricche di elementi super volatili.

L’orbita eliocentrica della cometa C/2010 U3 (Boattini) ha un’inclinazione di circa 55° sull’Eclittica con il perielio a ben 8,44 AU dal Sole (Crediti: JPL).

Infatti, oltre al ghiaccio di H2O, nei nuclei cometari possono essere presenti, come componenti minoritari, i ghiacci del monossido di carbonio (CO) e biossido di carbonio (CO2). Questi ultimi hanno la proprietà di sublimare a temperature più basse rispetto al ghiaccio d’acqua. Il ghiaccio di CO2 sublima fino a circa 10 AU, mentre quello di CO arriva fino a 25 AU, entrambi con un tasso paragonabile a quello dell’acqua a 2,8 AU. Una domanda interessante a cui rispondere è come evolvono le comete passando da 10 AU a 1 AU dal Sole. Per capirlo è importante osservare il passaggio dalla sublimazione del CO e CO2 a quella dell’acqua, ossia osservare quello che accade alla cometa mentre attraversa la linea della neve.

Di elementi super volatili deve essere ricco il nucleo della cometa C/2010 U3 (Boattini) perché, pur essendo a oltre 9,3 UA dal Sole (circa 1,3 miliardi di km), il suo nucleo anche ad una temperatura superficiale stimabile in -180 °C, è circondato da una coma estesa circa 8″ che, alla distanza a cui si trova, equivalgono a un diametro di almeno 50.000 km. Un’atmosfera tutt’altro che trascurabile, pari a quasi 4 volte il diametro della Terra.

Si tratta di una cometa notevole, probabilmente è la prima volta che si trova a passare nei paraggi del Sole quindi è ricca di elementi volatili freschi e abbondanti, che però è rimasta “anonima” perché non ha mai raggiunto luminosità elevate.

La cometa C/2010 U3 – indicata dalla freccia rossa – ripresa al mattino del 14 gennaio 2021 con il telescopio “G. D. Cassini” della stazione di Loiano dell’INAF-OAS (Crediti: A. Carbognani/INAF-OAS).

La C/2010 U3 è stata scoperta il 31 ottobre 2010 dal telescopio di 1,5 metri di diametro della Mt. Lemmon Survey (G96), dall’astronomo italiano Andrea Boattini. Si tratta di una cometa con orbita leggermente iperbolica (quindi proveniente dalla nube di Oort), con un perielio a ben 8,44 UA dal Sole (ossia poco al di sotto della distanza di Saturno dal Sole), che è stato raggiunto e superato il 26 febbraio 2019.

Ora la C/2010 U3 sta ritornando verso gli estremi confini del Sistema Solare, ma la sua attività è ancora ben osservabile da Terra. Nel complesso, la mag totale della cometa è +18,3 in R quindi alla portata anche di telescopi amatoriali dotati di camera CCD. In questi mesi la cometa è osservabile nella seconda metà della notte nella costellazione dei Cani da Caccia: una buona occasione per dare un’occhiata a questo oscuro ed elusivo abitante del Sistema Solare.

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