Ci risiamo: è di questi giorni la notizia di un “pericoloso” asteroide che il 29 aprile 2020 sfiorerà la Terra. A leggere i titoli delle varie news che rimbalzano sul web e i social c’è da preoccuparsi. Cosa c’è di vero? Davvero la Terra rischierà di collidere con un enorme asteroide? Naturalmente no, vediamo i fatti.
La scoperta e l’orbita dell’asteroide 1998 OR2
L’asteroide protagonista di questa news è stato scoperto il 24 luglio 1998 dal NEAT (Near Earth Asteroid Tracking). Il NEAT è stato un programma per la scoperta di asteroidi near-Earth condotto dalla NASA e dal JPL fra il 1995 e il 2007, sia dalle Hawaii, sia dall’Osservatorio di Monte Palomar. L’orbita eliocentrica percorsa da 1998 OR2 è ben conosciuta e a bassa inclinazione sull’Eclittica (il piano dell’orbita terrestre), con un’eccentricità di circa 0,6. L’asteroide percorre quest’orbita in 3,68 anni, passando dalla minima distanza di 1,018 UA dal Sole alla massima di 3,75 UA (1 UA = 150 milioni di km). In pratica 1998 OR2 oscilla fra l’orbita della Terra e la parte esterna della Fascia Principale degli asteroidi, che si colloca nella regione di spazio compresa fra le orbite di Marte e Giove: tecnicamente si tratta di un asteroide near-Earth (NEA) di tipo Amor. Quando si parla di asteroidi near-Earth un parametro importante da considerare per valutare il rischio impatto con la Terra è la MOID, ossia la distanza minima fra l’orbita dell’asteroide e quella della Terra. Nel caso di 1998 OR2 la MOID vale 0,0154 UA, ossia 2,3 milioni di km. Quindi, indipendentemente dalle posizioni della Terra e dell’asteroide e fatte salve le perturbazioni gravitazionali, la distanza minima fra i due corpi non può mai scendere sotto una distanza pari a circa 6 volte la distanza Terra-Luna.

Caratteristiche fisiche
Non è mai facile stimare le dimensioni di un asteroide. In generale si tratta di corpi di piccole dimensioni che si trovano mediamente a decine di milioni di km dalla Terra: anche con i maggiori telescopi al mondo appaiono come semplici punti di luce – invisibili a occhio nudo – che si spostano in cielo. Tuttavia, si possono fare delle stime in base alla riflettività superficiale (che oscilla entro un certo range) e la luminosità assoluta. Con questo possiamo dire che le dimensioni di 1998 OR2 possono oscillare fra 1,5 e 5 km: probabilmente è un asteroide di circa 2 km di diametro. Essendo un corpo che ha un diametro sicuramente maggiore di 150 m e una MOID inferiore a 0,05 UA è classificato anche come PHA, ossia asteroide potenzialmente pericoloso (sottinteso: entro qualche milione di anni). Osservazioni fotometriche condotte negli anni passati hanno permesso di stabilire che l’asteroide ruota su se stesso con un periodo di 4,1 ore, circa 1/6 del giorno terrestre.

Il flyby del 29 aprile 2020
Che cosa accadrà il 29 aprile 2020? Per quanto riguarda 1998 OR2 assolutamente niente. Alle 10:56 dei nostri orologi l’asteroide passerà a una minima distanza dal pianeta azzurro di 6,28 milioni di km, pari a 16 volte la distanza Terra-Luna. L’asteroide sarà invisibile a occhio nudo, al massimo diventerà apparentemente brillante come una stellina di undicesima grandezza e per osservarlo sarà necessario usare un telescopio di almeno 15 cm di diametro. Da inizio aprile fino al 28, 1998 OR2 sarà ben visibile in prima serata per gli osservatori dell’emisfero boreale. Dopo il flyby del 29 mattina sarà osservabile, ancora in prima serata, in fase di allontanamento dalla Terra e sempre più basso sull’orizzonte. L’asteroide potrà essere seguito fino ai primi giorni di maggio, dopo sarà a declinazioni troppo australi per essere visto dall’Italia. In definitiva un flyby come ce ne sono tanti con un asteroide che non desta particolari preoccupazioni per quanto riguarda la probabilità d’impatto con la Terra, nemmeno in futuro.


I fratelli minori di 1998 OR2
L’asteroide 1998 OR2 è relativamente grande per essere un near-Earth e – per fortuna – i corpi grandi sono pochi. Molto più numerosi sono i “fratelli minori”, ossia asteroidi dell’ordine della decina di metri di diametro, in grado di causare una catastrofe locale come quella di Tunguska (30 giugno 1908), oppure un evento meno energetico come quello di Chelyabinsk (15 febbraio 2013). In effetti, nel solo mese di marzo 2020 la Terra ha avuto (o avrà) almeno quattro diversi flyby stretti con asteroidi aventi diametri compresi fra 10 e 30 metri: 2020 DZ3, 28 metri; 2020 DA4, 26 metri; 2020 EE, 14 metri; 2020 DP4, 33 metri. Fra questi, il record della minima distanza spetta a 2020 DA4: solo 2,5 volte la distanza Terra-Luna. Statisticamente è molto più probabile un impatto con questo tipo di asteroidi e – sempre statisticamente – non potremmo preoccuparcene in anticipo perché la scoperta verrà fatta solo quando l’asteroide starà già cadendo in atmosfera.
Data la differenza di massa dei due elementi del sistema Terra-Luna e della distanza comparabile di un NEO (distanza al perielio inferiore all’unità astronomica), mi chiedo quanto sia improbabile che un oggetto di questo tipo (PHO) impatti la Luna piuttosto che la Terra e quali conseguenze questo potrebbe comunque avere per il nostro pianeta.
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Fra Terra e Luna la differenza maggiore è la massa: quella della Luna è circa 81 volte inferiore a quella della Terra. Di conseguenza la sezione d’urto gravitazionale della Luna è inferiore a quella terrestre. La sezione d’urto gravitazionale è quell’area attraverso cui deve passare un asteroide near-Earth per colpire il suolo. Dipende da vari parametri fra cui la massa di chi subisce l’impatto e la velocità dell’impattore. Per un NEO che si muove nello spazio a 11 km/s la sezione d’urto della Luna è circa 25 volte più piccola della Terra. Di conseguenza per questo caso la Terra avrebbe una probabilità 25 volte superiore alla Luna di essere colpita. Per NEO molto veloci il rapporto fra le probabilità d’impatto Terra/Luna si ridurrebbe a 13. Se un NEO di circa 2 km di diametro colpisse la Luna alla velocità di 11 km/s scaverebbe un cratere del diametro di 27 km e profondo 800 metri. Sarebbe una struttura ben visibile dal suolo, anche con telescopi amatoriali. Conseguenze per la Terra: nessuna.
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