2018 VG18, mai così distante

Questi ultimi mesi del 2018 stanno riservando non poche sorprese per quanto riguarda la struttura del Sistema Solare esterno. A ottobre avevamo parlato della scoperta di 2015 TG387 (The Goblin) e della sua importanza per quanto riguarda l’eventuale presenza di Planet X. Con la circolare MPEC 2018-Y14 del 17 dicembre 2018, il Minor Planet Center ha annunciato al mondo l’esistenza di un nuovo TNO (Trans Neptunian Object) molto interessante: 2018 VG18.

La scoperta di 2018 VG18 è stata fatta da Scott S. Sheppard della Carnegie, David Tholen dell’Università delle Hawaii e da Chad Trujillo della Northern Arizona University il 10 novembre 2018 usando il Subaru Telescope da 8,2 metri di diametro posto sul Mauna Kea. Il TNO è stato successivamente confermato dal Magellan Telescope da 6,5 metri di diametro del Campanas Observatory in Cile. Al momento della scoperta 2018 VG18 era di magnitudine +24,6 – circa 25 milioni di volte più debole delle stelle appena visibili a occhio nudo. Poiché è un oggetto a bassa velocità angolare, per giunta osservato per pochi giorni, risulta praticamente impossibile determinarne l’orbita: l’arco temporale è troppo breve!

Discovery_2018VG18
Figura 1 – Le immagini di scoperta di 2018 VG18 riprese dal Subaru Telescope il 10 novembre 2018. La magnitudine apparente è di +24,6 (Credit: Scott S. Sheppard e David Tholen).

Per questi motivi, anche se nella circolare del Minor Planet Center compaiono gli elementi orbitali che meglio “fittano” le posizioni, l’incertezza è talmente elevata che – in pratica – non si ha idea di quale sia l’orbita eliocentrica reale di 2018 VG18. L’unica cosa che si conosce con sicurezza è la bassa velocità angolare: 0,019 “/minuto. Con questo valore sono necessari più di due mesi per percorrere una distanza angolare in cielo pari a quella della Luna piena. Per fortuna, conoscendo la velocità angolare si può stimare la distanza eliocentrica r, in unità astronomiche, con la formula:

distanza_asteroidi

Dove α = 148/ω e ω è la velocità angolare geocentrica espressa in secondi d’arco all’ora. Questa formula approssimata si applica solo agli asteroidi vicini all’opposizione, come era 2018 VG18 al momento della scoperta. Con il valore osservato per la velocità angolare ω si trova r ≈ 120 UA. Questo valore è in buon accordo con le stime del Minor Planet Center, che fornisce una distanza eliocentrica compresa fra le 125 e le 130 UA dal Sole. Tale valore per la distanza eliocentrica ne fa il TNO più remoto mai osservato prima. In base alla magnitudine apparente V e ipotizzando l’albedo di Bond A, ossia la frazione di luce riflessa dalla superficie a tutte le lunghezze d’onda, il raggio s di un corpo all’opposizione è stimabile con la formula:

diametro_asteroide

 

Qui r e Δ sono, rispettivamente, la distanza eliocentrica e geocentrica in UA, mentre s è il raggio dell’asteroide espresso in km. Assumendo A ≈ 0,1 (grossomodo l’albedo di Bond della Luna), si trova s ≈ 800 km. Con l’albedo di Bond di Plutone A ≈ 0,4 il diametro diventa s ≈ 400 km. Come valore indicativo per il diametro di 2018 VG18 si può prendere 500 km.

Ci vorranno ancora alcuni anni per poter determinare l’orbita eliocentrica di 2018 VG18 che, nel frattempo, è stato soprannominato “Farout” (ossia “lontano”) dagli scopritori. Sarà interessante, una volta nota l’orbita, vedere se anche Farout si inserisce in quel gruppo di TNO con le orbite allineate compatibili con la presenza di Planet X.

Discovered_2018VG18
Figura 2 – Una rappresentazione artistica di “Farout” con il Sole molto debole sullo sfondo, a più di 18 miliardi di km di distanza (Credit: Roberto Molar Candanosa, Carnegie Institution for Science).

Lascia un commento