Nella notte del 4 gennaio 1975 Padre Leo Boethin, osservando visualmente dalla provincia di Abra (Filippine), con un riflettore da 20 cm di diametro, scorse una nuova cometa di magnitudine apparente +12,3. Era appena stata scoperta quella che oggi è nota come 85P/Boethin (la P sta per periodica).
La 85P/Boethin appartiene alla numerosa famiglia delle comete di Giove ed è in risonanza orbitale 1:1 con il gigante gassoso. Infatti, il periodo orbitale della cometa è di 11,8 anni, praticamente uguale a quello di Giove (11,863 anni). L’orbita della cometa ha un’eccentricità di 0,775 ed è tangente esterna all’orbita terrestre. La distanza eliocentrica al perielio è di 1,147 UA, mentre la MOID con la Terra è di 0,149899 UA. Considerato che la minima distanza dalla Terra è inferiore alle 0,3 UA la 85P/Boethin è anche un Near Earth Object. All’afelio la Boethin si muove nel Sistema Solare esterno, arrivando fino ad una distanza di 9,08 UA dal Sole, cioè prossima all’orbita di Saturno. L’inclinazione orbitale è bassa, solo 4,2°, quindi la cometa è soggetta a forti perturbazioni orbitali causate sia della Terra sia da Giove, e il moto è caotico (piccoli cambiamenti nelle condizioni iniziali determinano grosse differenze dello stato finale). Dal punto di vista fisico, il nucleo della cometa è relativamente piccolo, ha un diametro stimato di soli 2 km.
Nel 1975, dopo la scoperta, la cometa fu seguita per un arco temporale di 4 mesi. Grazie alla geometria favorevole, la cometa fu osservata per 2 mesi anche durante il passaggio al perielio del 16 gennaio 1986, quando raggiunse la magnitudine visuale +8. Invece, non si hanno osservazioni per il successivo passaggio al perielio, quello del 17 aprile 1997, perché si è verificato quando la Terra era dalla parte opposta al Sole, con la cometa inosservabile perché in congiunzione con la nostra stella.
Il 30 ottobre 2006, la NASA ha annunciato che la sonda Deep Impact, dopo il fly-by con la Tempel 1 del luglio 2005, sarebbe stata diretta verso la 85P/Boethin (missione EPOXI, Extrasolar Planet Observation/eXtended Investigation of comets). Il fly-by fra la sonda e la cometa era previsto nei giorni attorno al passaggio al perielio, il 16 dicembre 2008. Il 13 dicembre 2007 però la NASA ha cambiato target, sostituendo la Boethin con la cometa 103P/Hartley (nota anche come Hartley 2), che sarà raggiunta nell’ottobre 2010. Perché cambiare cometa, posticipando di 2 anni la missione?

Il fatto è che nei mesi precedenti la Boethin era stata cercata intensivamente, attorno alla posizione prevista in base all’orbita, utilizzando i maggiori telescopi del mondo, compreso lo Spitzer Space Telescope della NASA specializzato per le osservazioni nell’infrarosso. Tutto questo senza risultati: la cometa non è stata ritrovata. Ad oltre un anno di distanza, nonostante ulteriori ricerche condotte anche da numerosi astrofili sparsi in tutto il mondo, niente è cambiato: la cometa manca ancora all’appello.
Che fine ha fatto la 85P/Boethin? Ci sono diverse cause possibili del mancato ritrovamento. La prima è che l’orbita della cometa, essendo caotica ed osservata solo per 2 passaggi consecutivi al perielio, è conosciuta con scarsa precisione. Tuttavia, la strategia di ricerca della cometa è stata portata avanti anche considerando orbite alternative ma compatibili con le osservazioni astrometriche disponibili. Un’altra possibilità è che il nucleo della cometa si sia disintegrato durante il passaggio al perielio del 1997 (che fu impossibile da osservare) e che la Boethin abbia semplicemente cessato di esistere come cometa singola. Una frammentazione del nucleo è un evento piuttosto comune fra le comete, basta pensare al classico caso della cometa di Biela.

Questa cometa fu scoperta da Wilhelm von Biela nel 1826. Il periodo orbitale era di 6,62 anni. Al suo successivo ritorno al perielio nel 1846, la cometa si era frammentata in due nuclei distinti, che furono osservati anche nel passaggio del 1852 dopo di che la cometa non fu più osservata. Tuttavia, il 27 novembre del 1872 e 1885, quando la Terra attraversò l’orbita della cometa estinta, fu osservata un’intensa pioggia di meteore (le Andromeidi). Se la stessa cosa è accaduta alla Boethin, è difficile pensare che non siano rimasti dei frammenti del nucleo in grado di essere individuati nella fase di avvicinamento al Sole. Se quest’ipotesi fosse vera ci sarebbe da aspettarsi un nuovo sciame di meteore quando la Terra si troverà nel punto di minima distanza fra le due orbite. Infine, la Boethin potrebbe avere subito una collisione con un piccolo asteroide, ancora sconosciuto, che ha determinato un brusco cambiamento dell’orbita. Per ora non sappiamo quale sia quella giusta!