Recensione: First Man – Il Primo Uomo

Titolo: First Man – Il Primo Uomo
Autore: James R. Hansen
Pagine: 606
Editore: Rizzoli
Anno: 2018 (prima edizione italiana)
Prezzo: 20 €

Il 20 luglio 1969 alle 02:56:15 GMT, dopo circa 4 giorni e 13 ore dall’inizio della Missione Apollo 11, il comandante Neil Armstrong scendeva la scaletta del LEM (Lunar Excursion Module) Eagle e imprimeva, sulla regolite lunare, la prima impronta di un uomo sulla Luna. Celebre la frase che pronunciò in questa circostanza: «Un piccolo passo per [un] uomo, un grande passo per l’umanità.»

Il 20 luglio 2019 sarà il 50esimo anniversario della storica Missione Apollo 11. Per rivivere quegli anni incredibili, ma fondamentali per la futura colonizzazione di Marte, il libro di J. R. Hansen dedicato a Neil Armstrong è fondamentale. Neil era leggendario per la sua riservatezza e il libro di Hansen, professore emerito di storia alla Auburn University dell’Alabama, è l’unica biografia letta e autorizzata da Armstrong stesso.

Il libro si articola in 7 parti per complessivi 30 capitoli che ripercorrono tutta la vita dell’astronauta dalla nascita, il 5 agosto 1930, fino alla morte avvenuta il 25 agosto 2012. La descrizione è molto accurata, tanto che i primi capitoli potrebbero sembrare un po’ troppo tecnici quando si parla della formazione di pilota di Neil o delle origini scozzesi del clan Armstrong (braccio-forte). Tuttavia sono necessari per cercare di capire la personalità e il carattere di Neil fin da bambino. Bellissima e coinvolgente la descrizione della Missione Apollo 11, a partire dal capitolo 17. Sembra di essere lì con loro, Neil, Buzz e Collins, mentre spinti dal razzo Saturn V lasciano la superficie terrestre e si immettono sulla traiettoria translunare.

La descrizione più particolareggiata è giustamente dedicata alla storica discesa dell’Eagle verso la superficie lunare, gli alert 1201 e 1202 lanciati dal computer di bordo per l’eccesso di dati da elaborare, con Neil che prende il controllo manuale nella fase finale della discesa per evitare un terreno ricco di massi, anche di grandi dimensioni, che avrebbero costituito un serio ostacolo per un atterraggio sicuro. In effetti, la data per la discesa del LEM di Apollo 11 non era stata scelta a caso, ma con la Luna nella fase di illuminazione del 33%, in modo che le ombre proiettate dai rilievi nel Mare della Tranquillità fossero tali da avere una visione tridimensionale della superficie. Se l’atterraggio sulla Luna fosse stato fatto in fase di plenilunio sarebbero mancate completamente le ombre e la discesa manuale sarebbe stata fatta alla cieca! L’Eagle atterrò in sicurezza in un punto del Mare della Tranquillità 50 km a nord-ovest del cratere Moltke di 6,5 km di diametro, alle coordinate 00°41′15″N, 23°26′00″E, un luogo che fu battezzato Base Tranquillità da Armstrong stesso.

Dopo circa 22 ore di permanenza sulla superficie lunare trascorse a svolgere i compiti assegnati, fra i quali la raccolta di preziose rocce lunari da riportare sulla Terra (21,5 kg) selezionate nelle 2,5 ore di attività extra-veicolare, Neil e Buzz decollano senza problemi e vanno al rendez-vous con la Columbia dove ad attenderli c’è Collins. Riunito l’equipaggio l’abbandono dell’orbita lunare, il ritorno verso la Terra e l’ammaraggio nel Pacifico sono quasi routine. La parte più difficile però iniziò dopo il ritorno sulla Terra con le innumerevoli cerimonie, viaggi e conferenze. Certo Neil si aspettava di tornare nello spazio, ma essendo diventato un’icona, non fu possibile. Per questo lasciò la NASA e si diede all’insegnamento universitario pur mantenendo i contatti con l’ambiente astronautico.

In conclusione, si tratta di un libro molto interessante, approfondito dal punto di vista storico, ben scritto e adatto a tutti anche se è bene avere già un’infarinatura dei progetti Mercury e Gemini che precedettero Apollo. Da questo libro è stato tratto l’omonimo film del regista statunitense Damien Chazelle, uscito sul grande schermo nel novembre 2018. Anche il film risulta molto accurato e realistico, il che lo rende un must – insieme al libro – per rivivere in modo consapevole il 50esimo dallo sbarco sulla Luna.

L’eredità di Apollo 11 deve ancora essere raccolta per portare avanti la sfida della esplorazione e colonizzazione dello spazio. Sono passati 50 anni, ma per quanto riguarda la “conquista dello spazio” non sono stati fatti – purtroppo – grandi passi avanti. Manca una base permanente sulla Luna e la conquista umana di Marte è ancora lontana. Occorre riprendere il cammino interrotto, nuove sfide ci attendono!

First_man

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