Chi l’ha detto che per scoprire nuovi asteroidi serva un telescopio di buon diametro, posto su una solida montatura equatoriale, dotato di camera CCD e tante ore da trascorrere riprendendo il cielo ed analizzando le immagini? In realtà da pochi giorni è possibile andare a “caccia” di asteroidi stando a casa, comodamente seduti davanti al proprio PC. Infatti, un team di astronomi, ricercatori e ingegneri del software sia dell’ESA (l’agenzia spaziale europea) sia di altri istituti di ricerca hanno lanciato un nuovo progetto di citizen science: l’Hubble Asteroid Hunter. Il progetto è stato sviluppato con il supporto di Zooniverse, la più grande e nota piattaforma per la ricerca scientifica condivisa. Lo scopo del progetto è cercare le tracce lasciate dagli asteroidi nelle migliaia d’immagini d’archivio riprese dal telescopio spaziale “Hubble” a partire dal 1990, anno della sua messa in orbita, fino ai giorni nostri.
La tecnica di scoperta degli asteroidi è la stessa da oltre 200 anni, da quando Giuseppe Piazzi scoprì casualmente (1) Cerere dall’Osservatorio Reale di Palermo il 1 gennaio 1801. Cerchiamo di capirne il principio. Considerato che gli asteroidi sono corpi celesti in orbita eliocentrica la loro posizione in cielo cambia continuamente. Quindi, confrontando due immagini dello stesso campo di vista ripreso in epoche differenti, gli eventuali asteroidi si troveranno in posizioni diverse rispetto allo sfondo stellare. Se l’immagine è una sola ma a lunga posa un asteroide apparirà come un segmento luminoso, tanto più lungo quanto più lunga è stata l’esposizione. Partecipando all’Hubble Asteroid Hunter si andrà proprio a caccia di questo: le scie lasciate dagli asteroidi nelle immagini a lunga posa.
Una volta entrati nel sito di “Asteroid Hunter” è consigliabile fare prima un po’ di training, accedendo al menù “Classify” e poi in “Tutorial“. Non tutte le scie luminose presenti nelle immagini sono asteroidi, ci possono essere tracce di raggi cosmici che hanno colpito trasversalmente il sensore CCD o anche gli spike di diffrazione attorno a stelle luminose: bisogna fare attenzione. Una volta concluso il tutorial, il progetto presenta una raccolta d’immagini d’archivio riprese dal telescopio spaziale Hubble in cui è probabile, in base alle orbite note, che si trovi un asteroide nel campo di vista. L’inizio e la fine della possibile traccia lasciata dall’asteroide sono indicate da cerchietti verdi. Bisogna verificare se la traccia esiste davvero e, in caso affermativo, misurarne l’inizio e la fine con un click del mouse. Va anche verificato che non esistano tracce di asteroidi ancora sconosciuti, ossia non indicate dai cerchietti verdi. Nuove scoperte possono essere dietro l’angolo!

Tutti possono partecipare: identificando gli asteroidi potenzialmente presenti in queste immagini e misurandone l’esatta posizione in cielo, si aiuterà la squadra di ricercatori a migliorare la determinazione dell’orbita ossia a caratterizzarli meglio. La conoscenza precisa dell’orbita degli asteroidi è particolarmente importante nel caso dei cosiddetti near-Earth asteroid (NEA), corpi celesti con diametri che vanno dal metro alla decina di km che possono avere flyby con la Terra entro poche decine di milioni di km e che costituiscono un rischio impatto con il nostro pianeta. Dei NEA ci siamo già occupati diffusamente su queste pagine, l’ultimo caso è quello di 2006 QV89.
