Della cometa sungrazer C/2024 G3 abbiamo già avuto modo di scrivere nel blog. In breve si tratta di una cometa quasi iperbolica scoperta il 5 aprile 2024 che il 13 gennaio 2025 alle 10:10 UTC farà il passaggio al perielio a circa 14 milioni di km dal Sole. Avvicinandosi così tanto alla nostra stella la luminosità della chioma è aumentata al punto tale che la cometa è visibile al telescopio anche nel cielo diurno, come dimostra l’immagine che correda questa news, ripresa con la cometa ad una distanza angolare di soli 6° 15′ dalla nostra stella.
Per riprese diurne di questo tipo è necessario procedere con cautela perché la luminosità del Sole ad una distanza angolare molto ridotta può danneggiare gli strumenti e gli occhi di chi osserva. Non servono grandi strumenti per questo tipo di riprese, anche un piccolo rifrattore APO da 80 mm di diametro abbinato a una camera CMOS può essere sufficiente. Il requisito fondamentale è che il cielo sia perfettamente sereno. Per allineare il telescopio con la sfera celeste si può usare il Sole stesso come riferimento, a patto di usare filtri opportuni per attenuarne la luminosità a livelli sopportabili per il sensore della camera (sotto questo punto di vista è ottima la classica pellicola in Astrosolar). L’allineamento sul Sole diventa molto più efficace se la montatura del telescopio è computerizzata.
Una volta allineato sul Sole il telescopio, ho sfruttato la presenza di Mercurio posto 16° a ovest per avere un secondo punto di allineamento sulla sfera celeste. Mercurio è anche servito per la ripresa di una sequenza di immagini fits da usare per la stima della luminosità della cometa. Puntato il telescopio sulla cometa, a monitor non era visibile niente e ho iniziato a riprendere sequenze di 180 immagini ognuna con un tempo di posa di 1/10000 s così da non saturare il sensore della camera CMOS. Facendo la media delle immagini della sequenza per attenuare il rumore di fondo, la cometa era già percepibile come una piccola zona appena più luminosa del fondo cielo. Per metterla meglio in evidenza è stato spostato il telescopio di qualche primo d’arco ed è stata ripresa una ulteriore sequenza il cui valore medio è stato sottratto alle altre. In questo modo il valore del fondo cielo si è abbassato e la chioma e coda della cometa sono diventate molto meglio visibili. Come contropartita di questa tecnica è visibile l’immagine in negativo della cometa stessa perché è presente anche nella sequenza per togliere il fondo cielo.
Misurando sull’immagine media il flusso di radiazione proveniente dalla cometa e confrontandolo con quello proveniente da Mercurio (di mag apparente -0.4), si può stimare una magnitudine apparente per la cometa di circa -3, una valore quasi paragonabile a quello di Venere. La luminosità è comunque destinata a salire rapidamente nelle prossime ore per raggiungere il massimo durante il passaggio al perielio.
