Si tratta di una cometa radente il Sole che ha superato la soglia della visibilità a occhio nudo il 27 dicembre 2024 e che il 13 gennaio 2025 farà il passaggio al perielio, ma se non siete riusciti a vedere la cometa Tsuchinshan-ATLAS nelle serate di ottobre 2024 è molto improbabile che ci riusciate ora: l’elongazione dal Sole per questa cometa sarà sempre molto sfavorevole, tanto che si potrebbe soprannominare “cometa ghost“. Vediamo come è stata scoperta, su che orbita si muove e perché sarà così difficile da osservare dall’emisfero boreale.
Scoperta e orbita
La C/2024 G3 (ATLAS) è stata rilevata il 5 aprile 2024 dall’Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System (ATLAS) come candidato asteroide near-Earth quando era di magnitudine apparente +19,2 e annunciata ufficialmente come cometa (per la presenza di chioma e coda) nella MPEC 2024-H22.
All’epoca della scoperta la cometa era a circa 4,7 au dal Sole e 4,4 au dalla Terra in rapido avvicinamento su un’orbita che, rispetto al SSB (Solar System Baricenter), aveva un’eccentricità di 0,9999663 e un semiasse maggiore di 2830 au. Con questo semiasse maggiore il periodo risulta di circa 150.000 anni, nel precedente passaggio di questa cometa l’Homo neanderthalensis e l’Homo sapiens si contendevano il pianeta. Dopo il passaggio al perielio attuale l’eccentricità della ATLAS aumenterà a 0,9999844 mentre il semiasse maggiore diventerà 5877 au: all’afelio questa cometa arriverà a circa 11.000 au dal Sole portandosi nella nube di Oort interna.
L’inclinazione del piano orbitale della ATLAS sull’eclittica è di circa 116° il che significa che l’orbita è retrograda, ossia che la cometa si muove in senso orario se vista dal polo nord dell’eclittica: in senso contrario a quello dei pianeti e della maggior parte dei corpi del Sistema Solare. Non solo l’orbita è retrograda, ma si svolge per la maggior parte al di sotto del piano dell’eclittica, con solo il passaggio al perielio al di sopra. Quest’orbita implica che la recente traiettoria descritta in cielo della C/2024 G3 è sempre stata caratterizzata da declinazioni fortemente negative, che ne hanno precluso l’osservabilità dall’emisfero settentrionale, favorendo invece quello meridionale. Il perielio della ATLAS si trova a 0,093 ua dal Sole (circa 14 milioni di km), tutto sommato un valore non estremo per una sungrazing e il nucleo della cometa dovrebbe sopravvivere indenne al passaggio ravvicinato con la nostra stella.

Osservabilità
Come si sarà capito dalla descrizione dell’orbita l’osservabilità di questa cometa, anche nel momento della massima luminosità, non è il suo punto forte. Il passaggio al perielio del 13 gennaio 2025 avverrà sopra il piano dell’eclittica con una magnitudine apparente prevista di -7,7. Questa luminosità elevata deriva dallo scattering della radiazione solare da parte delle polveri emesse dal nucleo, ma la distanza angolare dal Sole sarà di circa 14/150=0,093 radianti pari a circa 5°, quindi troppo vicino alla nostra stella per essere osservabile a occhio nudo. Se ne potrà tentare l’osservazione telescopica durante il giorno, così come si fa con il pianeta Venere, prendendo le dovute precauzioni per non restare accecati dalla radiazione solare.
Nei giorni successivi al passaggio al perielio la ATLAS aumenterà l’eleongazione dal Sole, ma si muoverà per portarsi al di sotto del piano dell’eclittica diminuendo rapidamente la propria declinazione. Il risultato sarà che, quando il Sole tramonterà, sarà a pochi gradi di altezza sull’orizzonte e, a meno che non sviluppi una coda di polveri molto lunga e intensa, sarà difficilmente osservabile. Purtroppo, già il 30 gennaio 2025 la magnitudine apparente sarà già +6 segnando la fine della visibilità a occhio nudo. In sostanza, per gli osservatori boreali sarà una cometa “ghost”, ossia molto difficile da vedere anche con una strumentazione adeguata.
Certo, se le previsioni sulla luminosità venissero rispettate, con un cielo trasparente si potrebbe osservare al telescopio durante il periodo diurno però si tratta di osservazioni potenzialmente pericolose per la vista per la presenza del Sole a pochi gradi di distanza e non alla portata di tutti: una vera sfida per gli astrofili incalliti.

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