Recensione: Sette volte a Tunguska

Titolo: Sette volte a Tunguska
Autore: Romano Serra con Thomas Mazzi  e Lucio Taddia
Pagine: 325
Editore: in riga edizioni
Anno: 2025
Prezzo: 30 €, copertina flessibile, immagini a colori

In questo blog dedicato ai corpi minori abbiamo più volte scritto della catastrofe di Tunguska e dell’asteroide che l’ha provocata il 30 giugno 1908. Nel panorama editoriale italiano mancava un libro recente che raccontasse quello che è accaduto più di un secolo fa in questa remota regione della Siberia. La lacuna ora è stata colmata da questo bel libro di Romano Serra, Thomas Mazzi e Lucio Taddia. Oltre ad essere stato sette volte sul luogo della catastrofe di Tunguska, Serra ha lavorato per anni al Dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna ed è cofondatore del bel Museo del Cielo e della Terra di San Giovanni in Persiceto (BO). In questo volume gli Autori forniscono al lettore informazioni di prima mano a partire dal 1991, data della prima spedizione italiana organizzata dall’Università di Bologna, dal CNR e dall’INAF, e fino al 2018.

Il libro di Serra e compagni non è un saggio scritto in modo lineare, ha più le caratteristiche di un diario, di una testimonianza, e questo lo rende unico e interessante. La catastrofe di Tunguska viene analizzata sotto diversi aspetti, sottolineando i punti poco chiari e ancora controversi, dando ampio spazio a quello che fu trovato dalle spedizioni italiane. In particolare si parla molto degli alberi sopravvissuti alla catastrofe e dei loro anelli di accrescimento prima e dopo l’evento. Diverse pagine sono dedicate al lago Ceko, che si trova a 8 km dall’epicentro, che, secondo gli Autori, potrebbe essere un ex cratere da impatto dell’evento del 1908. Non mancano le pagine di analisi sulle microsferule ritrovate a Tunguska, sia nella resina degli albersi, sia negli scavi del terreno. Una parte preponderante del libro sono le appendici che costituiscono una miniera di informazioni: si va dalla traduzione dei diari delle prime spedizioni di Kulik del 1927 e 1928 ai diari delle spedizioni italiane del 1991 e 1999. Ci sono anche le appendici che non ti aspetti, come quella dedicata alla caduta di Sikhote-Alin con tanto di resoconto della spedizione sul posto. L’apparato iconografico è ricco, con immagini rare, poco note o scattate direttamente da Serra e colleghi durante le numerose spedizioni.

Insomma, un libro intrigante, ben scritto e ricco di informazioni. Se siete appassionati di corpi minori e anche solo se siete curiosi, va assolutamente letto perché è una testimonianza diretta di uno dei più grandi misteri astronomici dei nostri tempi.

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